School Strike 4 climate, ovvero “fate quello che dico, non quello che faccio” - Aspis Wear

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di Francesco Lolli

I grandi movimenti di protesta sono, in un certo senso, il simbolo dell’attivismo politico di questi ultimi
anni: Un attivismo Globale caratterizzato dalla mobilitazione di massa da un paese all’altro e dalla
ricezione del messaggio semplificata dai Social che ormai regnano sovrani. L’ultimo esempio in ordine
cronologico è quello dei Gilet Gialli dove un simbolo e uno slogan hanno portato in piazza manifestanti di
ogni età e occupazione.
School strike 4 climate action nasce dalla protesta e dall’iniziativa solitaria di una quattordicenne
Svedese, Greta Thunberg, che a Settembre per tre settimane ha disertato le lezioni non per saltare qualche
interrogazione o fare “muro” con le amiche, ma per andare a protestare di fronte al parlamento chiedendo
una politica più ambientalista e ecologista da parte del suo paese e colpendo nel vivo chi, dai genitori alle
istituzioni, l’ha educata a essere sensibile all’ambiente e alla responsabilità che abbiamo verso di esso, per
poi disinteressarsene. Non completamente, a dire il vero: La Svezia dal punto di vista dell’ecologismo è
fra i portabandiera d’Europa, ma non abbastanza, tanto da spingere una ragazzina a scioperare
pacificamente, a oltranza, per sensibilizzare l’opinione pubblica al riguardo.

 

 

In poche settimane questa protesta non è stata più solitaria, tanto che in autunno decine di migliaia di
studenti Svedesi sono scesi in piazza con la stessa, semplice e inascoltata richiesta, di salvare il mondo
finché la responsabilità potesse divenire la loro.
Il passaparola sui social, specialmente per un movimento di millennials, è stato rapido: l’hastag
#schoolstrike4climate si è espanso in Belgio e in Germania con decine, ormai centinaia di migliaia di
studenti che sono scesi in piazza piuttosto che andare in classe sotto il motto di “we are temporarily
sacrifying our educations to save our future” dando il via a quella che, speriamo, sia una mobilitazione
globale che verrà davvero ascoltata, perché la responsabilità è lampante.
La responsabilità e il dolo diventano lampanti quando i nostri figli devono sgridarci, protestare contro le
loro stesse famiglie, educatori e istituzioni per ricordare come abbiamo insegnato loro valori, principi e
ideali, fra cui la responsabilità verso il nostro pianeta, come essa non sia derogabile, e noi stessi per primi
siamo coloro che tradiscono questi insegnamenti, per pigrizia o interesse economico.
Il “movimento” da studentesco quale è, si sta attivando e per inerzia continuerà a farlo: la prima,
significativa protesta è contro la Adani e l’apertura di un nuovo sito petrolifero in Australia destinato,
secondo molti, a distruggere il reef,la magnifica barriera corallina che è uno dei simboli del continente.
Il Global warming (surriscaldamento globale), l’inquinamento dei mari e dell’acqua, la spinta alla ricerca
di nuove energie rinnovabili e una sensibilizzazione generale allo spreco e alla responsabilità verso
l’ambiente in cui viviamo sono concetti semplici, che dovrebbero essere scontati, ma i ragazzi di oggi
devono scioperare a oltranza per ricordarcelo.
Good Luck.

 

 

 

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