FRIENDLY FLOATERS, UN'ODISSEA NEI MARI. - Aspis Wear

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Di Francesco Lolli

N 44° 42′, E 178° 06′. O più semplicemente un punto sperduto nel mezzo dell’Oceano Pacifico.

Qui il 10 Gennaio 1992 la nave cargo “Ever Laurel” salpata da Hong Kong e diretta a Tacoma perse in mare un container contenente 30 000 animaletti giocattoli di plastica (paperelle, castori tartarughe e ranocchie) destinati alle vasche da bagno dei bambini in America.

Non si sa se il container si aprì cadendo in mare o durante la discesa negli abissi, ma resta il fatto che questi giocattoli galleggianti e colorati si riversarono nell’oceano liberandosi, in poco tempo, delle confezioni di cartone e intrapresero il loro viaggio nei sette mari.

Inizialmente questi Friendly Floaters (il nome del giocattolo) si separarono in 3 gruppi, sospinti dalle correnti in tre direzioni diverse: una parte di diresse verso l’Alaska mentre una seconda “spedizione” seguì le correnti fredde verso sud per poi separarsi rispettivamente in direzione del Cile e dell’Oceania.

I primi animaletti colorati verranno ritrovati l’anno successivo, nel 1993, sulle coste dell’Alaska dopo aver percorso fino a lì 11000 Chilometri e i giornali locali iniziarono a documentare ritrovamenti sulle spiagge dello stato di singole unità o gruppi di queste, e la storia attirò l’attenzione del pubblico e dell’Oceanografo Curtis Ebbesmeyer quando pochi mesi dopo gli stessi oggetti vennero rinvenuti sulle coste del Giappone, degli Stati Uniti e, negli anni a seguire, di Australia e Sudamerica.

La consapevolezza del numero iniziale di questi oggetti, le coordinate del naufragio e le numerose segnalazioni di ritrovamenti ormai in tutto il mondo consentirono a gli studiosi di tracciare una nuova mappa delle correnti oceaniche e comprenderne meglio tempistiche e direzioni, tanto che Ebbesmeyer avrà da dire ”Is amazing what a duck can tech you” -E’ incredibile quanto una papera possa insegnarti- e anche dimostrare: Resistenza e Intraprendenza.

Dieci anni dopo infatti alcune paperelle furono rinvenute in Inghilterra, Irlanda e nel Nord della Francia a significare che hanno seguito le correnti fino in Antartide per poi attraversarlo e raggiungere l’Atlantico scoprendo il loro personale passaggio a Nord Ovest e, come purtroppo ben si sa, il materiale di cui questi giocattoli sono composti, plastica, consentirà loro di solcare i mari ancora per molti decenni, consentendo così di studiare i futuri mutamenti delle correnti in funzione del clima. Un materiale onnipresente nelle acque del pianeta e destinato a rimanervi finché non saremo pienamente sensibili e responsabili al riguardo, finché non saremo noi a porvi rimedio.

Ancora molti di questi animaletti non sono stati trovati: si stima che un gran numero sia andato a unirsi all’Isola di spazzatura galleggiante grande più della Francia che incrocia nell’oceano Pacifico mentre altre stiano ancora, da qualche parte, seguendo la propria rotta nei mari in una storia ormai diventata leggenda.

Il valore per i collezionisti di uno di questi “viaggiatori” è stato stimato a oltre 700 Dollari e quest’avventura, iniziata con un ”disastro ambientale” e che ha consentito attraverso piccoli galleggianti per bambini di studiare le correnti, comprendere i nostri mari e ispirarci, vedendo come una cosa così semplice abbia compiuto un’impresa così grande, è diventata spunto di Libri, citazioni e spunto per nuove ricerche: la NASA per onorare questa’ ”impresa” ha rilasciato paperelle di gomma in Groenlandia per documentarne, con lo spostamento, il movimento e lo spostamento dei ghiacciai.

Questa storia è nata per via di un incidente, una delle tante catastrofi di cui i nostri mari sono vittima e è diventata famosa grazie a un giornalista (Donovan Hohn) e utile al mondo grazie al contributo di scienziati come Ebbesmeyer. Ci ricorda ancora una volta di tutto quello che abbiamo riversato in mare e che gradualmente torna a noi e, forse, guarderemo le spiagge su cui cammineremo con più attenzione la prossima volta, cercando una paperella gialla che ha fatto il giro del mondo.

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